Oggi e domani si consuma una delle più gravi prese in giro della storia repubblicana, con la complicità di media e giornalisti schierati. Ancora una volta, il concetto di “democrazia” viene strumentalizzato e piegato agli interessi di una parte politica, in questo caso la sinistra, che utilizza i lavoratori come strumenti per obiettivi che nulla hanno a che vedere con la tutela dei diritti sociali.
Il referendum promosso in questi giorni, presentato come una battaglia per il lavoro, nasconde in realtà un secondo fine: introdurre una legge per la cittadinanza semplificata agli stranieri, approfittando dell’attenzione pubblica su temi occupazionali per portare avanti una forzatura politica.
Gravissimo, inoltre, il fatto che – in caso di raggiungimento del quorum – la CGIL possa beneficiare di fondi pubblici, alimentando un sistema che premia non l’interesse collettivo, ma quello economico e ideologico di pochi.
Unire in un unico appuntamento referendario due quesiti così profondamente diversi e scollegati è inaccettabile e rappresenta una vera e propria manipolazione dell’elettorato.
Invitiamo tutti i cittadini italiani a riflettere attentamente e a non recarsi alle urne, per non legittimare questa strumentalizzazione vergognosa. I lavoratori non sono e non devono essere merce di scambio per operazioni politiche mascherate.
La vera lotta per i diritti nasce dal popolo, non dai vertici sindacali che agiscono in nome di interessi personali ed economici.